Il Marocco e il deserto di Saint-Exupéry
Che relazione c'è tra il Marocco e il Piccolo Principe?
Nel 1927 la compagnia francese Aéropostale inaugura un servizio postale per il piccolo porticciolo di Tarfaya, sulla costa marocchina a sud di Casablanca: inizia qui la storia d’amore tra Antoine de Saint-Exupéry e il Marocco, che darà vita alla favola senza tempo del Piccolo Principe. Lo stesso anno, infatti, l’aviatore francese diventa direttore dell’aeroporto di Capo Juby, punto di rifornimento degli aerei postali, e qui resta per circa un anno e mezzo, durante il quale realizza l’opera che lo renderà immortale. Un piccolo aereo tra le dune della spiaggia, vicino al museo dedicato ad Antoine, ci riporta con l’immaginazione all’incontro fantastico tra un aviatore assetato precipitato nel deserto e un piccolo principe venuto da lontano, dai capelli biondi come il granoturco e gli occhi colmi di una tenerezza sconosciuta.
Il Piccolo Principe si avvicina ormai agli ottant’anni, ma questo romanzo, che parla dell’importanza dell’amicizia e della relazione – della cura – dell’Altro, riesce sempre a sorprenderci e a lasciarci a bocca aperta. E parte dello stupore che ci suscita viene proprio dalla sua ambientazione nel deserto, il deserto del Sahara, il deserto marocchino: è qui che il pilota incontra un bambino che gli chiede “mi disegni una pecora”?.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”: immaginate di essere nel deserto, il soffiare del vento che trasporta suoni e profumi, il risplendere del sole che riscalda la fredda terra e crea all’orizzonte riflessi che sembrano galleggiare nell’aria, il brillare delle stelle che illuminano la buia notte, il cantare dei granelli di sabbia delle dune che, scivolando verso il basso, trasformano la superficie e cancellano le tracce del passaggio dell’uomo. “L’essenziale è invisibile agli occhi”: il deserto ci spoglia di tutto quanto portiamo addosso ogni giorno, ci lascia nudi e pronti a tornare in contatto con noi stessi, a vedere di nuovo il mondo attraverso gli occhi di un bambino dai capelli color del grano.
“Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio“.
L’avventura del piccolo aviatore francese termina tragicamente, come tutte le cose che riguardano la guerra, ma ogni volta che cammineremo tra le dune del deserto marocchino ci ricorderemo del Piccolo Principe, della rosa che amava, della volpe che ha addomesticato e del vento del deserto che soffiava tra i suoi capelli.
“Si è in contatto con il vento, con le stelle, con la notte, con la sabbia, con il mare. Si aspetta l’alba come il giardiniere aspetta la primavera… Non rimpiango niente”.
Esploriamo il Marocco dal 25 giugno al 3 luglio, partendo da Casablanca verso il nord, curvando poi verso sud fino al dune di Erg Chebbi e raggiungendo infine Marrakech.