Malta
La festa di San Paolo Apostolo
Si dice che a Malta esista una chiesa per ogni giorno dell’anno: se ne contano in effetti ben 359. La forte connotazione religiosa del suo arcipelago è dimostrata anche dalle numerosissime feste celebrative che si svolgono durante l’anno dedicate ai santi, ma solo la festa di San Paolo, che di Malta ne è il Santo Patrono, assume qui il carattere di festa nazionale!
Il 10 febbraio di ogni anno in tutte le isole si susseguono festeggiamenti e manifestazioni che rievocano gli eventi più significativi legati al soggiorno maltese del Santo, che culminano con i fuochi artificiali, che qui sono una vera e propria specialità. Le strade vengono addobbate con bandiere e stendardi colorati, le facciate delle chiese decorate da una miriade di luci, mentre si portano nelle piazze antistanti le Chiese, le statue in cartapesta dei santi. Gli abitanti nelle loro case, insieme ai più piccoli, si preparano ai festeggiamenti, sminuzzando la carta per creare coriandoli che lanceranno poi dai balconi (quelli tipici maltesi, chiusi e coloratissimi di origine araba), durante le numerose processioni in partenza dalla cattedrale, accompagnate dalle bande musicali, che si alterneranno per tutte le giornate precedenti alla processione finale vera e propria tra le vie de La Valletta. Qui la statua del Santo verrà portata in spalla fino al Grand Harbour, il Porto Grande della capitale, dove i festeggiamenti culmineranno con i fuochi d’artificio.
Ma prima di lasciarvi alle foto e al breve video montato da FrateSole durante un pellegrinaggio a Malta, vogliamo ripercorrere quello che è l’ultimo viaggio di San Paolo prima del suo ritorno a Roma.
Tutto comincia a Gerusalemme dove la predicazione di Paolo aveva scatenato le ire degli Ebrei che lo volevano morto. Paolo si dichiarò cittadino romano e si appellò all’imperatore garantendosi così una provvisoria impunità. In seguito, dopo essere stato trattenuto a Cesarea, venne fatto imbarcare su una nave, nel 60 d.C., in direzione Roma. La nave che trasportava lui e altri 264 passeggeri fece naufragio durante una terribile tempesta. Il luogo dove naufragò San Paolo è oggi conosciuto come Isola di San Paolo e una statua commemorativa ricorda l’evento. L’accoglienza dei locali è descritta da San Luca negli Atti degli Apostoli (XXVIII):
Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta.
Gli abitanti ci trattarono con rara umanità e ci accolsero tutti attorno ad un fuoco.
(Atti 28,1-2)
Mentre gettava legna sulle fiamme l’Apostolo venne assalito da una vipera che gli si attaccò al dito, questi la scosse dentro il fuoco restando completamente illeso dal suo veleno . Gli isolani considerarono questo episodio come un segno che San Paolo era una persona speciale, ed è per questo motivo che spesso il Santo viene rappresentato in molte opere d’arte con un serpente in mano. A volte san Paolo viene ritratto su di un cavallo bianco con un pugnale in mano, poichè così apparve, in seguito alla leggenda, in difesa dei maltesi durante il tentativo dei saraceni di conquistare l’isola di Malta durante l’assedio del 1429. La leggenda continua raccontando che, San Paolo si rifugiò in una grotta, oggi conosciuta come le Catacombe di San Paolo a Rabat. Durante l’inverno San Paolo venne invitato a Mdina, nella residenza di Publio, il governatore romano sulle isole. Fu qui che, secondo la tradizione, San Paolo guarì il padre di Publio da una terribile influenza e così il governatore si convertì al cristianesimo e divenne il primo vescovo cristiano a Malta. San Paolo rimase sull’isola evangelizzando e predicando per tre mesi, terminati i quali salpò su una nave proveniente da Alessandria. Qualunque sia la leggenda, i ritrovamenti archeologici dimostrano che Malta fu una delle prime colonie romane che si convertì al cristianesimo.
Una piccola curiosità:
La tradizione vuole che Paolo apostolo sia naufragato dinanzi agli scogli degli isolotti detti oggi isole di San Paolo, nella baia di San Paolo a Malta (San Pawl il-Baħar in maltese, St Paul’s Bay in inglese). In effetti tutta la costa, tranne rari tratti, presenta formazioni di scogli e il racconto degli Atti parla proprio del pericolo di avvicinarsi a riva con il mare mosso in una zona simile. Sull’isola più grande, ma pur sempre molto piccola, è presente oggi una statua dell’apostolo ed un altare dove è possibile celebrare la messa: è raggiungibile solo con un’imbarcazione e non c’è una tratta abituale. Bisogna accordarsi con qualche marinaio locale.
foto, testi e video di Valentina Prisco