Pasqua in pandemia
Gli auguri da parte delle nostre guide
Quest’anno sarà per tutti una Pasqua un po’ insolita: dovremo passarla a casa. Certo la tecnologia ci viene incontro: grazie alle videochiamate potremo ugualmente vederci, ma pur senza quel calore umano di cui tutti abbiamo bisogno. Questo però potrebbe essere il momento per renderci conto che in fondo i nostri cuori sono molto più vicini ora di quanto non lo fossero prima di questa emergenza sanitaria che sta investendo tutto il mondo, senza differenze di etnie, ceti sociali o religioni. E quest’anno è proprio l’occasione di fermarsi un attimo a pensare, evitare quegli auguri un pò freddi, tutti uguali che si inviano solitamente durante le festività ad amici e parenti. Noi abbiamo pensato di chiedere alle nostre guide e accompagnatori di augurare a noi e a voi tutti una buona Pasqua, a modo loro, usando le loro parole. Perché è solo la Parola che in questo momento potrà farci sentire tutti più vicini e fratelli.
Si ringraziano davvero di cuore tutte le nostre guide spirituali e non che hanno contribuito quest’anno a questi auguri pasquali che pubblichiamo tutti in rigoroso ordine di arrivo in redazione.
E ora diamo il via agli auguri!
Abbiamo viaggiato e camminato, prima di tutto con il cuore, lungo molte strade. abbiamo gioito dei luoghi dove Gesù ed i nostri padri nella fede hanno camminato, abbiamo sudato, corso un pochino perché il pullman partiva, abbiamo mangiato cibi nuovi, alcuni hanno vissuto lo stupore del pellegrinaggio in Terra Santa per la prima volta, altri la gioia di poter ritornare dopo il primo viaggio. Abbiamo riso insieme, pianto insieme, pregato insieme, il Signore ha fatto di noi la comunità del popolo Santo. Ci siamo incontrati. Ora niente può separarci da tutto ciò che di bello ci è stato donato, né tribolazione né persecuzione né vita ne morte!!!!! auguri di una Santa Pasqua di risurrezione!!!! – fr Nicola Cianciotta
Questi giorni di aprile così particolari, segnati dall’emergenza, dalla lontananza imposta, di distanza dolorosa, sono anche per noi cristiani i giorni per il triduo santo. Giorni in cui sentiamo con forte nostalgia il compimento di un incontro con Colui che a Gerusalemme superò ogni distanza e ogni muro, ogni inimicizia. Il nostro cuore è il nostro ricordo, è a Gerusalemme che porta in sè ogni città con ogni suo abitante, infatti “là siamo nati tutti”, (salmo 87,6). Là un Amore senza misura e senza giudizio ci ha rigenerati. Ogni nostro inferno è stato accolto e liberato…. Un caro augurio – padre Franco Annicchiarico
L’oggi di tutte le nostre chiese somiglia un po’ di più all’oggi del Cenacolo di Gerusalemme: la comunità cristiana non vi si può riunire insieme per celebrare l’Eucaristia. Solo una visita, una preghiera sommessa. D’altra parte si apre una possibilità. Che l’oggi delle nostre case possa somigliare di più alla «stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi» i discepoli del Signore «perseveranti e concordi nella preghiera, insieme… a Maria, la madre di Gesù» (At 1,13-14) soprattutto tra Pesach e Shavuot “in illo tempore“. In quest’anno così particolare possa la Pasqua lievitare per noi nei cinquanta giorni tra la morte e risurrezione di Gesù e il dono dello Spirito Santo, nella scoperta nuova della preghiera e della Parola entro i limiti delle nostre case, rispecchiandoci nella prima casa-chiesa di Gerusalemme. Buona e santa Pasqua a tutti voi! – fr. Francesco Ravaioli
Alla vigilia di Pasqua ci si presentano due porte: una porta chiusa da fuori e una porta chiusa da dentro. La porta-pietra che sigilla il sepolcro di Gesù e la porta della casa dei suoi amici che li tiene chiusi dentro per la paura. Ma nel giorno di Pasqua la porta del sepolcro viene ribaltata; quella pietra viene sbalzata, Gesù esce dal sepolcro ed entra a porte chiuse nella casa dei suoi amici. Fratelli, è Pasqua e non c’è chiusura, non c’è paura o desolazione che non possa essere abitata e guarita da Colui che è Risorto. E così sia per questa Pasqua per ciascuno di noi, perché la Luce splenda dentro le nostre paure, alleggerisca le nostre fatiche, ravvivi le nostre speranze. Perché sia una vera liberazione. E sia pace! – don Massimo d’Abrosca
Carissimi pellegrini e amici un caro saluto a tutti voi e alle vostre famiglie.
La Pasqua che quest’anno siamo chiamati a vivere a motivo della pandemia in corso è certamente singolare, o meglio, surreale…. Eppure ancora una volta siamo inviatati a riconoscere quanto il Padre ha fatto per noi, ossia, attraverso lo Spirito ha fatto risorgere Gesù dai morti, tanto che noi possiamo ancora oggi dire e cantare: Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre! Visto le circostanze, però, penso che alcuni di noi facciano fatica a vivere con gioia questo tempo che ci sta davanti perché sembra che ci sia molta oscurità, molto buio. Mi vengono a mente le parole di Dietrich Bonhoeffer che, riflettendo sulla sofferenza dell’uomo, scriveva: “Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte; non libera dalla croce ma nella croce”.Per noi, pellegrini nella Terra del Santo, tutto ciò abbiamo avuto modo di comprenderlo meglio durante il nostro pellegrinaggio. L’augurio che ci facciamo in questa Santa Pasqua 2020 è quello di poterci sempre ricordare che nella sofferenza Gesù Cristo, il Risorto, è presente. Nella morte Gesù Cristo, il Risorto, è presente. Nella croce Gesù Cristo è vittorioso e ci salva! Buona Pasqua di Resurrezione! – don Maurizio Pellizzari
Come descrivere questo tempo nel quale ci sentiamo tutti un po’ “reclusi”, minacciati dalla malattia, dalla morte, sembra che tutto questo ci circondi senza darci tregua. Oggi più che mai mi viene allora da dire: “Siamo veramente a Pasqua” Quanti divieti, quanti limiti… certe volte si ha l’impressione di essere rinchiusi, quasi “sepolti”, come se fossimo dei tanti “Lazzaro” in attesa che qualcuno ci gridi: Vieni fuori! Pensandoci bene, in realtà, non siamo sepolti. Non dimentichiamo che la vita vera non è da un’altra parte, ma è quella che stiamo vivendo adesso, non quella che deve venire (ma che non c’è ancora) né quella passata (che non c’è più). Attenti a illusioni e rimpianti! Non facciamoci portare via il presente, la cosa preziosa e vera che possediamo. Indubbiamente nel presente la fatica si fa sentire: il non perdere la speranza, la difficoltà di vivere tutto questo come un’opportunità, anche se con ogni certezza, potremmo dire che quello che stiamo vivendo non è proprio secondo la nostra volontà, ma del resto siamo a Pasqua parola che nella sua origine significa “passaggio”, per noi cristiani quello che compie chi risorge facendo una volontà che non è la propria. – don Marco Bonfiglioli
Proclamiamo gioiosamente e con forza la nostra fede in nel Figlio di Dio, che, con il lavacro della rigenerazione e con la mensa della sua parola e del suo corpo, ci fa nascere creature nuove e ci ringiovanisce continuamente nel suo amore! Dovremmo così esortarci vicendevolmente nel frangente di questa prova, che attanaglia il mondo intero, nello scambiarci l’augurio pasquale guardando al Signore risorto, vincitore della morte! – don Michele Perriello
È tempo di sperare cantando
All’inizio della quaresima abbiamo smesso di cantare l’alleluia.
Contemporaneamente, con l’aggravarsi dell’epidemia, abbiamo smesso di cantare,
nel nostro cuore il canto ha lasciato spazio al silenzio.
Nel nostro cuore, lentamente, si è imposto un grido di dolore.
All’inizio della quaresima, un’antica tradizione,
immagina che il canto dell’alleluia venga chiuso nel fonte battesimale,
sigillato da una grossa pietra,
in attesa della notte di Pasqua.
Una grossa pietra ha sigillato le nostre labbra, ha schiacciato la nostra gioia,
una grossa pietra, gettata nel mare della vita,
ha agitato onde alte sulle nostre sicurezze.
Il primo giorno dopo il sabato,
la notte è passata, l’alba si impone sul creato.
Alcune donne trovano la grossa pietra rotolata via.
Il canto dell’alleluia è finalmente libero.
Il canto riaffiora sulle labbra sorridenti
e una nuova, peritura, gioia si impone nei cuori.
La tomba è vuota.
Qui – e solo qui – tutto è andato veramente bene.
È tempo di sperare cantando
perché la Vita ha vinto la morte.
– Fra Francesco Ielpo, ofm
Pesakh in ebraico significa “passaggio”: nella Pasqua noi cristiani celebriamo, dunque, il passaggio di un Dio che attraversa le nostre morti per donarci la vita vera. L’augurio che voglio fare a tutti voi, pellegrini e collaboratori della FrateSole, è che questa Pasqua, pur costretti nelle nostre case, ci trovi liberi di camminare interiormente incontro al Signore che viene per donarci una gioia piena nella Pace del Risorto. – Luca Bombelli
Carissimi amici,
nonostante questi lunghi periodi di forzata lontananza dai luoghi, dalle persone, dai gesti più belli che conosciamo, quali l’abbraccio e il bacio,che sembrano comprimere e fiaccare la nostra vita, vi raggiunga il nostro forte anzi stritolante abbraccio di Pasqua.
Si, avete letto bene: uno strano abbraccio Pasquale deciso e forte di modo che scuotiamo vicendevolmente le nostre membra perché inventino, creino e mettano la santa tenacia dinanzi per qualcosa di bello e di nuovo, perché Pasqua è vita, è forza, è novità.
Come Cristo ha aperto un passaggio nuovo per noi, attraverso la sofferenza e la morte, così anche noi – ed è il nostro augurio e invocazione – creiamo, inventiamo qualcosa di nuovo, piccolo o grande che sia, per far passare (Pasqua) l’Amore, in noi stessi e negli altri: una crescita vicendevole, alla faccia del virus.
Da Bologna e dal santo sepolcro che si trova all’interno delle complesso delle sette chiese, in sintonia con il sepolcro di Gerusalemme, vi auguriamo una Buona Pasqua e la nostra preghiera. Con un forte abbraccio. – Fr. Paolo Dozio e fr. Francesco Mazzon
Soprattutto in questi momenti abbiamo bisogno della luce e speranza che viene dal Risorto.
Buona Pasqua a tutti! – padre Renato Russo