Il cammino di Santiago dalla nostra inviata Elisa Pinna
1° puntata: le Isole di Cies
Perché mi sono imbarcata in questa avventura? Inutile girarci attorno, prima o poi la domanda arriva per tutti i pellegrini che decidono di mettersi in marcia sul Cammino di Santiago, o meglio, su uno dei tanti cammini per Santiago. Tra una birra e l’altra, nelle caffetterie lungo il percorso, si ascoltano motivazioni serie, pronunciate con voce solenne e gli occhi umidi – “avevo bisogno di riflettere sulla mia vita, di staccare col passato, di compiere un’esperienza religiosa” – e motivazioni più leggere, sparate tra una risata e l’altra – “volevo farmi una vacanza a basso costo, una bella sfida sportiva, ho sentito dire che si cucca bene…”
Esattamente non saprei in che categoria mettere le mie ragioni per aver intrapreso il cammino portoghese, la strada della costa da Vigo a Santiago, con variante spirituale. La prima motivazione è abbastanza decente. Voglio dimostrare (innanzitutto a me stessa) che un’ultrasessantenne, piena di acciacchi di ogni tipo, può fare il cammino da sola , anche se con tutti gli accorgimenti e i trucchi del caso, di cui vi parlerò in seguito su questo blog. E se lo posso fare io, ci possono riuscire tutti. Il “senor Santiago”, come lo chiamano simpaticamente qui i galiziani, non può accogliere solo i giovani, i forti, gli sportivi, i martiri della fatica e della sofferenza. Riceverà anche le persone come me, mi sono detta, un po’ di una certa età, un po’ sovrappeso, un po’ così e così, ma ancora con la voglia di avventura. La seconda ragione, e qui già scendiamo di livello, è legata alla scaramanzia di un “voto”, in cui un paio di anni fa avevo stoltamente promesso che se una certa cosa fosse andata bene, sarei andata a piedi a Santiago. Quella ‘cosa’ era finita bene, ma io avevo sempre rimandato la partenza. Poi, ho avuto l’impressione che Santiago, ovvero Giacomo il maggiore, apostolo di Gesù, mi inviasse degli avvertimenti non troppo bonari per ricordarmi il mio debito nei suoi confronti. Pacta servanda sunt ed ora, che sono in cassa integrazione a zero ore, ho preso da Roma un treno per Bologna e da Bologna un bel volo low cost per Vigo, Galizia. A darmi la spinta finale, devo però confessarvi, è stata la terza motivazione, simile per caratura morale a quella di chi è convinto che il cammino sia un buon posto per rimorchiare: io sono invece persuasa che la via verso Santiago mi aiuterà a perdere qualche chilo, in modo piacevole, simpatico e intelligente. Una dieta on the road. Altro che quelle settimane costose e asettiche in qualche freddo albergo ultra-salutista del Nord.
Eccomi dunque qui, al mio primo giorno di viaggio, di fronte al simpatico proprietario dell’Hotel Nautico al porto di Vigo, il quale, nel consegnarmi la Credenziale del Pellegrino (di cui parlerò prossimamente), si trasforma subito nel diavolo tentatore: “perché non approfitta della bella giornata per andare a visitare le isole Cies ? Con il sole sono strepitose. Domani può incamminarsi per Redondela con tutta calma”.
Così invece di mettermi in marcia su un sentiero sconnesso verso nord e verso la mia stella polare, salgo su un traghetto che naviga tra le acque dell’Atlantico in direzione opposta e mi ritrovo a sorpresa, dopo aver gravemente peccato, in Paradiso.
L’imbarcazione si accosta ad un molo che porta ad una spiaggia di sabbia bianchissima e fine come farina, circondata da boschi di pini secolari e davanti ad un mare piatto, dalle acque trasparenti e colori che ricordano le cartoline dei Caraibi o della nostra Sardegna. E’ la spiaggia di Rodas, che unisce due delle tre isole che costituiscono l’arcipelago delle Cies. Lunga quasi un chilometro e mezzo è stata definita di recente dal quotidiano britannico il “Guardian” la “più bella spiaggia del mondo”. Forse si tratta di un’esagerazione: sicuramente è una spiaggia che incanta perché se dal lato est, quello che dà sul Golfo di Vigo, l’atmosfera è da mari del Sud, dall’altro lato, ad ovest, l’Oceano Atlantico si infrange con le sue lunghe onde sulle scogliere di granito in paesaggi altrettanto spettacolari. La tentazione di passare la giornata sdraiata sotto il sole della spiaggia caraibica e semideserta è molto forte. Resisto e mi incammino per il sentiero che sale verso il faro dell’isola principale e che offre, ad ogni curva, panorami di una bellezza struggente che colpisce il cuore. Penso che anche i compagni di San Giacomo passarono probabilmente quasi duemila anni fa vicino a queste isole mentre portavano la salma dell’apostolo in Galizia. La leggenda narra che Giacomo, dopo la morte di Gesù, fosse arrivato da queste parti, allora considerate la “Fine della Terra”, per convertire la popolazione al cristianesimo. Ebbe però la pessima idea di tornare a Gerusalemme dove fu decapitato nel 44, durante una delle prime persecuzioni anticristiane. I suoi amici, su indicazione di un angelo e seguendo una stella, decisero – dicono le tradizioni – di riportare i resti del martire nei luoghi dove aveva evangelizzato. Chissà se magari, in quella lunga navigazione a vela, si fermarono per riposarsi nella acque tranquille della spiaggia di Rodas. In fondo non ho troppo deviato dal cammino costiero portoghese, mi convinco mentre mi immergo con prudenza nell’acqua tutt’altro che caraibica, anzi, decisamente gelida, della baia. Controllo su Fitbit, l’orologio contapassi che i miei familiari mi hanno regalato lo scorso Natale e che è diventato la mia bussola esistenziale. Quindici chilometri tra spiagge e scalata al faro. Una bazzecola per i veri pellegrini di Santiago. Per me una buona media per il cammino che comincerò domani. Sono tranquilla con la mia coscienza. Anzi no. In fondo, non sono per niente sicura di riuscire a raggiungere Santiago, percorrendo a piedi almeno 100 chilometri in solitaria. Meglio però non pensarci troppo e mangiarsi intanto questa buona cena di mare in un ristorante del porto di Vigo.
Le isole Cies – Sono un arcipelago di tre isole a numero chiuso, per un massimo di duemila visitatori al giorno. Prima di comprare i biglietti bisogna chiedere l’autorizzazione alla Giunta di Galizia. Si può fare direttamente al porto di Vigo o via internet sul sito lasislascies.com. Ciò evita il sovraffollamento. Nelle isole ci sono due ristoranti e un camping, dove è possibile pernottare, sempre previa autorizzazione della Giunta di Galizia e riservando anticipatamente.