Eppure Dio c’è!
10 giorni indimenticabili in Terra Santa - di Paolo Santi, seminarista a Bologna
È iniziato tutto con tre ore di ritardo, alla partenza, per maltempo. Poi il volo per ha raggiunto Tel Aviv intorno alle 22 locali. Anzi, meglio dire così: il viaggio in Terra Santa con il seminario di Bologna (15-26 settembre) per me è iniziato già ad agosto con i campi estivi a cui ho partecipato.
E per spiegare questa mia affermazione utilizzo la prima scoperta fatta in Israele: il Gesù che duemila anni fa ha solcato le strade polverose della Galilea, di Gerusalemme e di Nazareth è lo stesso Gesù che cammina oggi, qui, fisicamente con noi. OGGI, QUI, FISICAMENTE.
Ecco perché i nostri campi estivi, le bellissime esperienze che i ragazzi ci regalano (perché per un mistero unico sono loro a donare qualcosa di grande a noi), queste esperienze straordinarie sono abitate da Dio. Ecco spiegata la magia che viviamo insieme ai giovani durante l’anno.
Dio, vedete, ci ama molto di più di quanto noi possiamo pensare. E vi sfido a chiedergli questa grazia: Dio, fammi capire quanto mi ami, fammi scoprire che sono lo scopo della tua vita!
Durante il mio pellegrinaggio ho pregato tanto per i giovani e i ragazzi/e della nostra Chiesa diocesana: vi voglio tanto bene!
Terra Santa: luogo di contrasti. Gioia grande, ma anche buio. E deserto: perché la Terra Santa è allo stesso modo luogo e tempo. È metafora perfetta della vita, mia e tua.
Quanti momenti di sconforto nella nostra esistenza!
Quanti giorni di sete, di tempeste non sedate! Perché, Signore?
Eppure qui sta il grande errore dell’uomo: pensare che la presenza del “non definitivo “, delle lacrime, del dolore, dell’angoscia sia il luogo dell’assenza di Dio.
È esattamente il contrario: è proprio nel buio più profondo che Dio si mostra più vicino a noi (e a chi ne ha fatto esperienza è cambiata la vita). Dio agisce con noi come fa un vero innamorato che rivela continuamente al suo Amore: io, per te, ci sono.
Dio, ricordiamocelo, non ha paura di ciò che a noi mette ansia e timore. Dio ha soltanto la delicata e “splendida “ paura di perderci. Contempliamolo sulla croce: ma chi ha mai amato così? Domani Signore la grazia di piangere di fronte a questo mistero.
Davanti al Muro del Pianto mi sono domandato: cosa chiedo ora al Signore?
E nel silenzio dentro di me sono nate queste parole: Fa’, o Signore, che al termine della mia vita io possa dire: “Ho amato!”
Non mi interessa che Dio esista, ma soltanto che Dio sia amore.
Finalmente, dopo anni, queste parole di Kierkegaard mi appartengono.
Mi accade al Tabor: il cielo è soleggiato, ma qua e là si affaccia qualche nuvola che rende buio il monte. Come era accaduto ai discepoli, come accade a noi oggi. Al momento di gioia (“è bello per noi essere qui”) succede lo smarrimento. Ma Gesù dice: non temere!
Chi ce la fa?
Solo colui che ha conosciuto l’amore folle di Dio per l’uomo: tu sei immensamente forte quando ti senti amato da Lui! (provare per credere!)
Nel tuo caos, nelle cose che non vanno, nelle contraddizioni che vivi, nei peccati che inevitabilmente commetti, nell’imperfezione e nel limite che mai ti saziano: eppure Dio c’ė.
Il Vangelo è tutto qui: non è questione di partecipare a delle Messe obbligatoriamente e neppure di sforzarsi di vivere in modo “giusto“ (chi è giusto?)
Sforzati soltanto di vedere, negli occhi di chi ti guarda, il suo sguardo di Amore.
E così avrai trovato il segreto della Vita, o meglio: lo avrai intuito. Perché se il senso della storia è il Dio-Amore allora mai nessun uomo sulla terra lo troverà completamente.
“Fatevi degli amici” ci raccomandi, o Gesù. Perché vivere è amare con l’amore sovrabbondante ricevuto dagli altri.
Certi che ciò che non siamo riusciti fare o a donare lo aggiungerà Lui. Il Vangelo è tutto qui!
È la storia di una domenica mattina in cui il sepolcro rimane vuoto.
L’ennesima sorpresa di un Dio favoloso.
L’ennesimo colpo di scena di un viaggio, quello in Terra Santa, che a questo punto non finirà mai!
Paolo Santi