Il fascino dell’Uzbekistan
Scopriamo alcune caratteristiche di questo paese de "Le mille e una notte"
Tutto quello che ho udito di Marakanda è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi (Alessandro Magno)
L’Uzbekistan è un paese ancora poco conosciuto e poco visitato. Ex repubblica sovietica, ha una storia che affonda nei millenni passati, fatta di conquiste e commerci, di miti e di leggende, di viaggiatori e letterati.
Una terra leggendaria
Samarcanda è l’affascinante città che fa da scenografia al noto romanzo “Le Mille e una notte”, luogo di dimora di re Schahzenan, dove prende inizio l’esotico racconto che ha plasmato l’immaginario collettivo sul lontano Oriente, attraverso le mille e una storie di Shahrazād. Per alimentare il mito ci sono tutti gli ingredienti: principesse e sultani, carovane cariche di tesori e racconti di mondi lontani, conquistatori e maghi, profumi di fiori e spezie e amori contrastati…
Una terra dalla storia antichissima
In Ubekistan troviamo alcune delle città più antiche del mondo: Samarcanda, la città più facilmente associata a questo paese, ne è un chiaro simbolo. Fu fondata nel VII secolo a.C., fu parte del primo impero persiano e poi conquistata da Alessandro Magno; le dinastie turche la resero una delle città più ricche e fiorenti del mondo allora conosciuto, attirando le invasioni dei feroci condottieri mongoli, che la distrussero. Gli stessi la ricostruirono sotto il Tamerlano, che la rese capitale del suo immenso impero e uno dei principali centri culturali del suo tempo. Il declino iniziò con con lo spostamento della capitale a Bukhara, fino all’entrata nella sfera di influenza russa, di cui il paese fu parte dalla metà dell’Ottocento alla caduta dell’URSS.
Una terra di carovane
L’antica origine e la florida ricchezza delle città uzbeke è dovuta alla loro posizione strategica lungo la via della Seta: un lunghissimo tracciato commerciale che collegava Venezia a Xi’an, in Cina, passando da Istanbul e, si diramava in Uzbekistan, toccando Samarcanda, Khiva, Bukhara e Tashkent. Antichi caravanserragli, dove sostavano le lunghissime carovane di mercanti trainate da cavalli, che trasportavano merci tra oriente e occidente: spezie, gioielli, cammelli, tessuti pregiati, tappeti, porcellani, frutti esotici, sementi… ma anche le idee e le invenzioni e le religioni di culture lontane.
Una terra dal passato tollerante
Proprio perché da millenni crocevia si scambi culturali e commerciali, l’Uzbekistan ha rappresentato un esempio di tolleranza religiosa, di convivenza possibile tra diverse religioni e culture. Diceva Marco Polo: “qui vi sono insieme Cristiani e Saracini”. L’Islam è oggi la religione principale, praticata dal 90% della popolazione ed è stato capace di produrre meraviglie architettoniche: moschee e madrase dalle cupole turchesi, ricoperte di ceramiche meravigliosamente dipinte, parte essenziale del panorama uzbeko. La comunità ebraica è invece oggi piccolissima, conta meno di mille persone, ed è ciò che resta di una leggendaria tribù che si dice discendesse direttamente dalle Dieci tribù di Israele, giunta qui nell’VIII secolo e fiorita a Bukhara, che vantava ben 13 sinagoghe. E’ la storia moderna a portare anche qui persecuzioni e intolleranze, inasprite dal regime sovietico, che indussero gli ebrei a emigrare: i 100 mila ebrei uzbeki presenti nel 1989 vivono ora in America e in particolare a New York. I cristiani sono il 5% della popolazione, per lo più ortodossi. Benché il proselitismo non sia possibile, la religione è riconosciuta, praticata e insegnata in apposite scuole e seminari riconosciute dallo stato. L’Uzbekistan è stato anche casa per buddisti, zoroastriani o manichei.