Pellegrinaggio in Terra Santa 2013 con i francescani
Parrocchia di Stella Maris (Milano Marittima)
Vi segnaliamo la bellissima lettera di una pellegrina della parrocchia di Stella Maris (Milano Marittima), che ha viaggiato con noi in Terra Santa tra il 28 Maggio ed il 6 Giugno. Sia la lettera sia le foto le abbiamo “prese in prestito” dal sito della parrocchia.
Cari compagni di viaggio, ho lasciato passare qualche tempo dal rientro del nostro pellegrinaggio prima di graffiare sul foglio i ricordi, le parole ascoltate, le sensazioni ancora così vive dentro di me.
Gesù ci ha chiamati e noi siamo partiti alla scoperta di questa terra Santa e martoriata, questa terra che trasuda sofferenza, questa terra dove abbiamo scoperto che tutto è il contrario di tutto.
Camminare nei luoghi dove Gesù è nato, vissuto e morto è stato affascinante.
L’incontro sconvolgente con il deserto: un panorama quasi surreale che si stendeva a perdita d’occhio ci ha messo davanti alle eterne sfide dell’essere umano, ci ha fatto guardare dentro di noi, ci ha mostrato le nostre fragilità, ci ha chiamati all’essenziale. Nel deserto anche una goccia di sudore che cade, può fare un rumore assordante, preghi e un’ alito di vento si alza, accarezza le rocce aride, si riscalda e ti arriva in faccia come una carezza, come uno schiaffo. Sono bastati 10 minuti di cammino nell’arido e polveroso canyon alla ricerca della sorgente di Ein Audad per lasciarci alle spalle le nostre distrazioni e cominciare un colloquio personale con Dio.
Percorrere i luoghi della fede, i luoghi dove Dio ha mandato Suo Figlio per noi, ci hanno fatto sentire la Sua presenza quasi palpabile e la Bibbia, il Vangelo sono diventati cammino, osservazione e meraviglia.
Abbiamo condiviso il rinnovo del rito battesimale nel fiume Giordano: lavare e purificare il nostro corpo per cancellare le pene e i pensieri che ci portiamo dentro,il rinnovo delle promesse matrimoniali a Cana, due momenti forti che difficilmente dimenticheremo.
Il lago di Tiberiade: la pace e la gioia di incamminarsi verso la preghiera e la vita; l’abbraccio della casa di Pietro; il vociare dell’acqua che scorre dalla fontana della Vergine; la casa di Maria a Nazaret inglobata nella chiesa dell’Annunciazione e nell’altare stesso; la grotta della Natività e la luminosa piazza di Betlemme; Hebron ai confini del deserto; il Getsemani…. tappe preziose del nostro pellegrinare.
Siamo entrati infine a Gerusalemme dalla porta di Haifa , alcuni di noi all’alba, hanno percorso il cammino mattutino delle pie donne che si recavano con gli unguenti al Sepolcro. La via crucis lungo la salita del calvario, il nostro meditare silenzioso, le preghiere sussurrate davanti alla Santa Croce, l’odore dell’incenso e dell’essenza di nardo che penetrava nelle narici e nella pelle.
Israele e Palestina, terra Santa e martoriata come dicevo: macinando chilometri di asfalto abbiamo attraversato alti muri di cemento armato e fiancheggiato interminabili distese di filo spinato, divisioni terribili che hanno segnato il nostro cammino e il nostro cuore.
Mi capita spesso, in questi giorni, di fermarmi un attimo e di tornare con il pensiero e con una preghiera ai luoghi visitati e alle persone incontrate, è stato un dono aver potuto calcare i luoghi delle radici della nostra fede, è stato un dono aver avuto accanto Padre Mauro, Don Hervè e Lazlo, è stato un dono aver avuto tutti voi come compagni di viaggio. Grazie cari amici per ogni momento passato insieme, per ogni pensiero e ogni azione che abbiamo condiviso, grazie per ogni silenzio “ascoltato”.
Teresa C.