La tradizione degli ovoo
Riti tradizionali in Mongolia
In un viaggio lungo le steppe della Mongolia, è difficile non imbattersi in un ovoo.
Non sono solo, come si può facilmente intuire, punti di riferimento nel mezzo del paesaggio infinito della Mongolia, ma anche luoghi di culto sciamanico, realizzati per la buona sorte dei viaggiatori e per ringraziare gli spiriti della natura.
Si tratta in sostanza di cumuli di pietre alimentati dai passanti, su cui vengono spesso poggiate le khadag, sciarpe rituali di seta azzurra che ricordano Tengri, il dio del cielo blu, celebrato alla fine di ogni estate con fuochi, cibo e danze intorno all’ovoo.
Sembra che il rito degli risalga ai tempi di Gengis Khan, quando prima di ogni campagna militare i soldati aggiungevano una pietra nel mucchio, a loro rappresentazione: chi aveva la fortuna di tornare vivo dalla guerra, andava a riprendersi la pietra, e cosi alla fine si faceva la conta dei caduti.
L’usanza vuole che se si incontra un ovoo, bisogna girargli intorno tre volte in senso orario, per essere protetti durante il proprio cammino.