Come Sant’Antonio ha conquistato l’Albania
Il Santuario di Lac
In una nazione in cui convivono musulmani, cattolici e cristiani ortodossi, un Santo francescano è riuscito a raccogliere le preghiere e la devozione di tante confessioni diverse.
Sant’ Antonio, il frate portoghese protettore dei viaggiatori e dei matrimoni, da noi ricordato a Padova nella famosa Chiesa del Santo, è riuscito a far breccia nel cuore degli albanesi e richiama ogni anno, in particolare in occasione del 13 giugno, decine di migliaia di pellegrini nel santuario che sorge sull’altura alle spalle di Laç, nel nord della “terra delle aquile”.
La chiesa venne dedicata al Santo nel 500, ma alla fine degli anni ‘60, durante il regime comunista di Enver Hoxha, fu fatta esplodere nel tentativo di rendere il Paese completamente ateo ed eliminare del tutto i luoghi di culto. Nemmeno la distruzione delle mura di pietra ha però potuto affievolire la forza della fede dei devoti e anzi questo luogo può essere visto come un simbolo della resistenza silenziosa ad una dittatura oppressiva che per anni ha seminato il terrore in Albania.
Negli anni ‘90 il santuario è stato ricostruito dai francescani e oggi, che si sia credenti o meno, raggiungere a piedi questo luogo permette di vivere un’esperienza dal profondo impatto emotivo, si ha realmente la sensazione di camminare sulle orme del Santo. Durante la salita i devoti si riuniscono intorno varie sporgenze di pietra dove si ritiene che siano impressi i segni del passaggio del Santo, lasciando candele, messaggi, oggetti sacri o semplicemente appoggiandosi alla roccia per una preghiera o una supplica.
Davanti a questa semplice chiesa di mattoni circondata dalle montagne, si può credere davvero che la propria voce arrivi direttamente alle orecchie del Santo dei miracoli e che la propria supplica possa essere ascoltata.
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