Esperienze in India
Cosa vi aspetta se decidete di partire per un viaggio in India!
Scopriremo che un viaggio in india è un vero e proprio pellegrinaggio ossia: un viaggio verso un luogo sconosciuto e sempre solo immaginato che racchiude tuttavia le radici della nostra cultura.
Scopriremo che per entrare nella vita, nelle abitudini e nella profonda spiritualità di questo popolo, sarà necessario abbandonare ogni stereotipo immergendoci con tutta la nostra mente e tutto il nostro cuore nei colori, negli odori, negli sguardi che rendono l’India un posto unico al mondo.
Come ha detto Moravia, una volta tornati a casa a chi ci chiederà cosa ci rimane del viaggio in India risponderemo : “… Ho fatto … l’esperienza di ciò che è l’India. […] L’India è l’India. […] Voglio dire che dovresti sentire l’India come si sente, al buio, la presenza di qualcuno che non si vede, che tace, eppure c’è. […] Dovresti sentirla, laggiù, a oriente, ….., che c’è e ti aspetta.” ALBERTO MORAVIA, Un’idea dell’India, Milano, Bompiani, 2015 (1962), pp. 5-6.
Cercheremo di immergerci nelle contraddizioni di Delhi, capitale misteriosa dalle mille facce, attraversando in tuk tuk i suoi popolosi vicoli e la sua dimensione nascosta.
Libereremo la mente dal rumore e dalla confusione soffermandoci nel silenzioso Rajghat, sulle rive dello Yamuna, dove osserveremo la devozione degli indiani che vengono a commemorare il Mahatma e dove sentiremo che l’ahimsa, ossia la non violenza, è la manifestazione più alta della carità
Ci spoglieremo dei nostri soliti abiti e faremo nostre le parole del Mahatma “prendi un sorriso e regalalo a chi non l’ha mai avuto”.
Ci lasceremo trasportare dalla preghiera dei sick al Gurudwara Bangla Sahib, l’Imponente tempio di quel dio trascendente che si manifesta ovunque.
Cercheremo di scoprire la sacralità che si cela nel Taj Mahal definito da Tagore «Una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo» (Rabindranath Tagore), simbolo dell’amore infinito, dell’armonia celeste e luogo di incontro tra la terra e il cielo.
Passeggeremo per la città fantasma Fatehupur Sikri, ascoltando le leggende sul suo abbandono.
Penseremo alle opere di Escher osservando la profondità del pozzo a gradoni Chand Baori.
Ci lasceremo affascinare dai palazzi e dalle fortezze del Rajasthan che, eterne ed immobili, ci condurranno in quell’India antica fatta di maraja dai lunghi baffi, geniali e talvolta sanguinari e da principesse bellissime ricoperte di pietre preziose che osservano il mondo da dietro le grate di edifici riccamente decorati.
Ci lasceremo avvolgere dalla policromia del Rajastan: il rosa di jaipur, il rosso di bikaner, l’oro di jaisalmer, il blu di jodhpur e i mille colori di Varanasi.
Entreremo nella vita quotidiana perdendoci tra i tanti bazar che offrono merci di ogni genere, diventando anche noi parte di quel flusso infinito di persone che popolano questo splendido paese.
Ci lasceremo confondere dal pantheon induista visitando templi dedicati ai tanti dei che fanno parte della vita di ogni indiano: il piccolo Tarkeshwar Ji Mandir a Jaipur, tempio cittadino dove in ogni attimo della giornata viene venerato il sacro lingam di Shiva; i numerosi templi jainisti del rajasthan tra i quali spicca il Bhandasar Temple dove, sotto le volte dipinte, un brahamino vestito di arancione vigila silenzioso il sacro luogo; il tempio di Durga a Varanasi, la madre dell’universo e la distruttrice del male, importante luogo di pellegrinaggio.
Per i più temerari, non è infatti un luogo per tutti, ci sarà la possibilità di avventurarsi al tempio di Karni Mata, incarnazione della dea Durga, e di osservare i 25.000 topolini che qui sono venerati al pari degli dei, in quanto vengono ritenuti gli antenati dei Charan una comunità di valorosi combattenti del Rajasthan… una leggenda dice che se si vede il topolino bianco, rarissimo, si sarà benedetti per la vita….
Dal suggestivo cenotafio dei Brahmini, ammireremo ammutoliti Jaisalmer che si tinge di oro al tramonto.
Ci inoltreremo nelle dune del deserto sul dorso di un cammello e potremo perdere lo sguardo verso un orizzonte senza fine che si tinge di rosso al tramonto.
Concluderemo il nostro viaggio a Varanasi, dove oramai divenuti parte di questo folle paese non ci lasceremo sconvolgere più da nulla: la città più sacra dell’India, l’unica che sopravviverà alla distruzione del mondo, il luogo dove venire a morire perché essere cremati a Varanasi significa essere liberi dal ciclo delle rinascite e dove Pier Paolo Pasolini disse “Mai, in nessun posto, in nessun’ora, in nessun atto, di tutto il nostro soggiorno indiano, abbiamo provato un così profondo senso di comunione, di tranquillità …. L’odore dell’India”.
Qui all’alba navigheremo lungo i ghat per osservare i pellegrini fare le sacre abluzioni nel Gange, osserveremo i riti di cremazione a Manikarnika Ghat e infine, assisteremo da una comoda terrazza alla cerimonia della Ganga Aarti a Dasaswamedh Ghat, il colorato rito di ringraziamento nei confronti della dea del fiume.