Il viaggio in Israele
Cosa mettere in valigia
Molti di voi ci chiamano o scrivono chiedendo puntualmente: “Ma fa caldo là nel deserto?” – “Le ciabatte vanno bene per camminare?” – “E il costume da bagno lo porto?” – “Che tempo ci sarà?” – “Come mi devo vestire?”.
Calma. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma la risposta più appropriata all’ultima domanda è: “A cipolla”.
Sì, vestirsi a strati è la soluzione ideale per far fronte alle forti escursioni termiche e per poter essere adeguati ai diversi contesti climatici del paese: a seconda della stagione, soprattutto in primavera e in autunno, dalla mattina alla sera le temperature possono variare moltissimo, allo stesso modo se ci si sposta da una zona all’altra.
Partiamo dalla stagione che più incute timore ai nostri pellegrini: l’ inverno. “Avrò caldo con tutti questi vestiti addosso, oppure sono troppo leggeri?”- come anticipato, bisogna valutare da zona a zona: ad esempio per Gerusalemme e le aree collinari, vanno bene indumenti caldi, come un buon giubbotto, un berretto, una sciarpa o foulard per il vento, accompagnati dall’immancabile impermeabile antipioggia (o il classico ombrello). In altre parole un abbigliamento molto simile a quello che si indosserebbe in Italia durante un inverno mite!
Per le zone della valle del Giordano, Eilat, Tel Aviv e la costa, potrebbero bastare vestiti di mezza stagione, camicia o giacca per il giorno, più un maglioncino la sera. Quindi la parola d’ordine torna ad essere “Vestirsi a strati!”.
Per quanto riguarda l’estate, la valigia risulterà ovviamente più leggera, ma con le dovute accortezze! “In estate fa tanto caldo?” – “Di notte c’è molta escursione termica?” – bè di sicuro freddo non fa. Per le zone citate sopra, bastano in generale vestiti leggeri e cappelli per proteggersi dal sole, senza però dimenticare una felpa o un maglione per le fresche serate all’aperto. Nella valle del Giordano, non è escluso che si possa soffrire un pò la calura (le estati sono calde e secche), quindi sono consigliati abiti leggerissimi e in fibra naturale. Durante le escursioni nel deserto può essere un’ottima idea portarsi dietro anche un turbante o un foulard per proteggersi dalla sabbia trasportata dal vento.
Dando un’occhiata alle temperature, da giugno a inizio settembre, si oscilla dai 26° C ai 33° C: Tel Aviv e Tiberiade sono città calde e umide mentre Gerusalemme ha un clima più secco e fresco, in particolare di notte. Masada ed Eilat sono estremamente calde, ma il clima è secco. In pratica, non piove mai.
Il tempo invernale (da dicembre a marzo) può avere delle oscillazioni tra i 10° C e i 15° C (ma di notte le temperature scendono fino ai 4°C della Galilea). Piove spesso e in gennaio e febbraio si possono verificare delle nevicate.
In sintesi, i mesi migliori per visitare Israele sono aprile, maggio e ottobre (le cosiddette mezze stagioni), dove le temperature diurne sono molto gradevoli in gran parte del Paese, sempre attorno ai 24° C, con le dovute eccezioni nel Mar Morto, dove fa molto più caldo, e alla sera, quando le temperature possono scendere anche di 10 gradi.
Ricordate sempre di infilare anche un costume da bagno in fondo alla valigia, perché sulle coste del Mediterraneo, la stagione calda dura a lungo e non è per nulla inusuale riuscire a fare un bel bagno ristoratore da dicembre a febbraio in una giornata particolarmente calda e soleggiata.
Per quanto riguarda le calzature, sono consigliate in ogni stagione, comode scarpe da trekking con suola antiscivolo poiché spesso, vi troverete a percorrere molti vicoli dalla pavimentazione liscia (come nella città vecchia di Gerusalemme) o al contrario con parti dissestate o in pendenza.
Infine non dimenticate ovviamente di mettere in valigia la vostra macchina fotografica per immortalare i momenti più belli, ma soprattutto la voglia di divertirvi, di stare in buona compagnia e di scoprire nuovi orizzonti!
Speriamo di aver risposto a tutte quelle domande che prima di partire sorgono spontanee, con il consiglio di tornare a visitare Israele in tutte le stagioni dell’anno, per conoscerla e viverla appieno.
Perché come diceva (seppur metaforicamente) Josè Samarago:
Bisogna vedere quello che non si è visto, vedere di nuovo quello che si è già visto, vedere in primavera quel che si era già visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte. – Josè Samarago
Illustrazioni: Stefania Benini
Testi: Valentina Prisco