Le Gerusalemme d’Italia
Sansepolcro
Secondo una leggenda nel 1012, due pellegrini Egidio e Arcano, di ritorno dalla Terra Santa con alcune reliquie, decisero di passare la notte in un campo di noci e si accamparono vicino ad un pozzo. Si racconta che durante la notte le reliquie volarono sopra un albero e non ci fu modo di riprenderle. I due pellegrini si convinsero che quello era un segno e decisero di costruire un piccolo oratorio, oggi racchiuso nella Chiesa di San Rocco. In seguito sorse un’abbazia, prima affidata ai Benedettini, poi passata alla congregazione dei Camaldolesi, infine nacque il borgo. Visitare questo luogo è un’esperienza unica, ripercorrere la storia dei due beati ci rende partecipi del progetto salvifico di Dio. Da non perdere l’Oratorio di San Rocco, che custodisce la cappella del Santo Sepolcro, edificata nel 1629 e dove, ancora oggi, il pellegrino può ripercorrere la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù. E’ un luogo dall’odore antico e la semplicità della pietra riflette l’ardore della fede dei primi cristiani. Poco lontano si trova il Museo Civico, che conserva un affresco di Piero della Francesca, nato a Sansepolcro, che raffigura la Resurrezione. Nel 1925 Aldous Huxley lo definì “il dipinto più bello del mondo”; mi sono spesso chiesta cosa ci abbia visto il primo scrittore distopico del XIX secolo! La risposta è venuta da sé: un Cristo sereno, avvolto dalla luce, simbolo della vittoria del bene, indica a noi uomini di tutte le epoche la strada della felicità. Piero della Francesca ci prende per mano e ci fa fare un viaggio interiore, personale, che dalla morte, rappresentata dagli alberi spogli, attraverso il Cristo, vera vita, ci porta al futuro, rappresentato dagli alberi rigogliosi, nel quale la sofferenza è sconfitta per sempre.
articolo della nostra collega Francesca Arnstein