Le meraviglie della Romania
Viaggio tra i tesori romeni
Brasov: fondata da un gruppo di coloni tedeschi giunti in Transilvania ai tempi del Re D’Ungheria, Brasov è divenuta poi una delle porte d’ingresso in Romania, un luogo d’incontro tra il mondo occidentale e il mondo orientale, nella magnifica cornice dei Carpazi. Gotico e Barocco si incontrano nelle sue affascinanti stradine, tra le case con muri colorati e tetti rossi e i pinnacoli delle tante chiese, tra le quali la più impressionati è la “Chiesa Nera”: cosi chiamata per le pareti annerite da un incendio, la Chiesa Nera è la più grande della Romania.
Sighisoara: per avere una visuale su tutta la cittadina, la prima cosa da fare è salire sulla bella Torre dell’Orologio: ci apparirà cosi sotto gli occhi la ben conservata cittadina medievale di Sibiu, una delle ultima fortezze medievali europee ancora abitate, con ancora intatte le mura, le case e la maggior parte delle torri, antiche di oltre trecento anni. Fondata dai Sassoni, Sibiu fu distrutta dalle invasioni mongole e poi ricostruita. Conta oggi circa 30 mila abitanti ed è stata il luogo di nascita di Vlad l’Impalatore, nel 1431.
Maramures: la regione di Maramures permette una passeggiata nel passato rurale della Romania. I suoi dolci paesaggi di campi e verdi colloni, vecchi aratri e covoni di fieno, sono uno spaccato del passato della “civiltà del legno”: i contadini romeni hanno lavorato, intagliato e dipinto il legno erigendo magnifiche chiese e originali cimiteri. Il più famoso è “Il cimitero allegro di Sapanta”, dove le vite dei defunti sono dipinte sul legno con epitaffi che potremmo descrivere goliardici.
Delta del Danubio: l’area del Delta del Danubio è un’ecosistema con una delle più ricche biodiversità del nostro pianeta. Una biosfera protetta dall’Unesco che conta oltre 5 mila specie tra animali e vegetali. Puntellata da piccoli villaggi di pescatori, l’area è il paradiso degli amanti del birdwatching, con oltre 300 diverse specie di uccelli, tra i quali spicca la più grande colonia di pellicani del nostro continente.
Castello di Bran: famoso per essere identificato dalla cultura contemporanea con la leggendaria figura di Vlad L’Impalatore, arrivato sino a noi come Conte Dracula, il castello di Bran fu costruito come passaggio doganiero su uno sperone di roccia al confine tra Transilvania e Valacchia, ai piedi dei Carpazi, sulle rovine di un antico castello teutonico. Le sue guglie rossastre e l’atmosfera medievale ancora perfettamente conservata ne fanno una delle principali mete turistiche della Transilvania.
Sibiu: la cittadina di Sibiu ha quasi mille anni di storia, iniziati con la fondazione da parte dei colini Sassoni, e giunti fino a noi in quella che è considerata tra le migliori destinazioni turistiche europee. Ogni angolo a Sibiu ha una storia da raccontare, specialmente nel caratteristico centro storico circondato dalla antiche mura medievali e vigilato da ben 39 torri di guardia.
Bucarest: significa letteralmente “città della gioia”! Fondata nel XV secolo, durante la Bell’Epoque la sua architettura e vivacità culturale le ha guadagnato l’appellativo di “Piccola Parigi dell’Est”. A Bucarest è stato edificato il secondo edificio più grande al mondo, il Palazzo del Parlamento, in un’area in cui originariamente sorgevano ben 60 mila edifici.
Castello di Peles: gli amanti dei castelli non possono perdere una visita al Castello di Peles, magnifica residenza Ottocentesca di Carol I, primo re della Romania. Si tratta di un vero e proprio museo, una residenza estiva fiabesca e lussuosa, con magnifiche architetture e affreschi, un’opera d’arte voluta per celebrare la monarchia: “Gli italiani erano muratori, i romeni costruivano terrazze, gli zingari erano coolie. Gli albanesi e greci lavoravano la pietra, i tedeschi e gli ungheresi lavoravano il legno. I turchi costruivano mattoni. Gli ingegneri erano polacchi, mentre gli scalpellini erano cecoslovacchi. I francesi erano disegnatori, gli inglesi erano alle misure. Si potevano osservare centinaia di costumi nazionali e parlavano, litigavano e cantavano in quattordici lingue in tutti i dialetti e desinenze, un mix gioioso di uomini, cavalli, carri, buoi e bufali domestici.»
Monasteri dipinti della Bucovina: il cuore della Bucovina è fatto di dolci colline, verdi campi, piccole alture che richiamano la vita contadina. In questa scenografia rurale, sorgono tesori di inestimabile valore, i monasteri dipinti: centri di fede ortodossa voluti dai principi moldavi intorno al XV secolo, sono un magnifico esempio di architettura e pittura bizantina influenzata da elementi gotici e moldavi. Gli affreschi che li decorano sia all’interno che all’esterno gli hanno valso il patrocinio Unesco e l’appellativo di “cappella Sistina dell’Oriente”: i santi e le loro storie si succedono con incredibili colori dal porpora all’oro al cobalto e sulle pareti esterni del monastero di Voronet si trova infatti proprio la raffigurazione del Giudizio Universale.