Lo stile del pellegrinaggio secondo FrateSole
da un decalogo del Vescovo di Anatolia Paolo Bizzeti
Entra nel deserto e lì “parlerò al tuo cuore” (Os 2,16b)
Il deserto – inteso qui nel suo duplice senso, geografico e figurato – è un luogo di essenzialità, di separazione e di prova. Lì s’incontra il Signore così come si è, nella propria verità, senza maschere. E’ importante quindi disporsi a vivere questo tempo lasciandosi attirare dal Signore: Lui solo è il primo! Noi e le nostre cose veniamo dopo: perciò il distacco dalle occupazioni e dalle preoccupazioni quotidiane, nonché dalle persone con cui si è in contatto abitualmente, è una scelta fondamentale da abbracciare. Per questo è vietato l’uso dei cellulari durante il giorno, tranne in casi di emergenza e reale necessità.
Ascolta “la voce sottile del silenzio” (1Re 19,12b)
Il Signore parla nel silenzio. Custodire il silenzio esteriore è il presupposto necessario al silenzio interiore. La contemplazione della Terra, l’ascolto della Parola e la preghiera personale richiedono una disposizione docile al silenzio. Ogni giorno sono previsti dei tempi di silenzio, anche durante gli spostamenti in pullman. Pertanto, in questi momenti vanno limitate le conversazioni, gli acquisti o le visite individuali.
Lasciati guidare e così “ti solleverò su ali d’aquila” (Dt 32,11)
L’incontro con il Signore richiede di “de-centrarsi” e di uscire dai propri schemi per lasciarsi orientare e condurre dalla sua Parola. Il pellegrinaggio è un cammino geografico, biblico e spirituale insieme: l’itinerario è pensato per accompagnarti in questo! L’invito è a fidarsi, a non voler pianificare tutto ma, piuttosto, a lasciarsi portare e provocare dalla Parola, dai luoghi che si visitano, dalle persone che si incontrano, dalle parole che si ascoltano. Il suggerimento è di disporsi a contemplare e a ricevere, più che a voler tutto capire e analizzare, permettendo allo Spirito di lavorare con gradualità dentro ciascuno.
Non fissare “lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili” (2Cor 4,18)
Recuperare la bellezza dell’ “Essere” prima che dell’ “Avere” è un passaggio non semplice ma importante da compiere. Suggeriamo pertanto di evitare un uso smodato e consumistico delle macchine fotografiche e degli apparecchi di ripresa. Solo così gli occhi riescono a contemplare e godere le cose in se stesse senza portarsele via.
“Non accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano ma in cielo” (Mt 6,19)
La preoccupazione per l’acquisto di oggettistica e souvenir per sé o per altri in ogni luogo di visita va fortemente ridimensionata. L’itinerario prevede vari tempi dedicati a questo. Pertanto, s’invita alla sobrietà, a non indulgere nel consumismo e a non disperdersi.
Rispetta gli orari: “per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo” (Qo 3,1)
La buona riuscita del pellegrinaggio dipende molto dall’organizzazione e dal rispetto dei tempi. La puntualità sono importanti per evitare di appesantire lo scorrere della vita del gruppo e non provocare disguidi.
Non curarti di dove dormirai e prendi “i pasti con letizia e semplicità di cuore” (At 2,46)
Il pellegrinaggio richiede una certa flessibilità e spirito di adattamento. Gli alloggi, scelti per avere contatto con più ambienti e stili, sono di vario tipo e hanno livelli e modalità gestionali diversi. In Medio Oriente poi, gli standard di pulizia e igiene sono in genere di qualità inferiore rispetto a quelli italiani. Inoltre, i frequenti spostamenti a piedi e in pullman, l’affollamento dei luoghi santi, la ricchezza del nostro programma richiedono di contenere i tempi del pranzo. Ciò richiede duttilità e collaborazione.
Ricorda che “una mente retta ricerca il sapere, la bocca degli stolti si pasce di stoltezza” (Pr 15,14)
Prepararsi seriamente al pellegrinaggio, anche attraverso un percorso di studio e approfondimento culturale, è importante per evitare il rischio di non riuscire a cogliere appieno le tante informazioni che vengono date in loco e tornare a casa soltanto con qualche fuggevole emozione religiosa. La guida ai Santuari della Terra Santa che è stata data è uno strumento utile da conservare e leggere attentamente. Questo lavoro di tipo culturale è assolutamente complementare a quello spirituale.
“In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine” (Tb 4,19)
Il pellegrino è il primo responsabile del proprio cammino interiore. Occorre pertanto che ciascuno cerchi di rapportarsi personalmente con l’unico Maestro e Pastore che è Gesù Cristo Nostro Signore, piuttosto che dipendere da chi guida il pellegrinaggio. I Santi ci invitano a lasciare che il Creatore agisca direttamente con la creatura, e la creatura con il suo Creatore. Ognuno sia attivo e vigilante, capace di sfruttare al meglio anche i momenti di attesa, di pausa e i trasferimenti in pullman.
“Benedetto sarai al tuo entrare e benedetto al tuo uscire” (Dt 28,6)
Visitare le terre bibliche – e in particolare la Terra del Signore! – è un privilegio che non tutti hanno la possibilità di sperimentare. Se si comprende quale grande dono di grazia si riceve attraverso il pellegrinaggio, tutto apparirà lieve, bello e utile.