Pietre vive in Turchia
La chiesa cattolica ad Adana
La Chiesa Cattolica italiana di San Paolo in Adana, situata nella zona di Tepebağ, fu costruita alla fine del XIX secolo e affidata ai Gesuiti che risiedevano nel vicino collegio. Sin dall’inizio la sua storia appare travagliata. Nel 1909 qui si trovarono rifugio circa 4000 armeni gregoriani e cattolici, che cercavano di fuggire ai massacri. Per questo motivo il Collegio maschile venne dato alle fiamme e diversi missionari caddero vittima essi stessi dei massacri. L’edifico del collegio venne poi in parte ricostruito per farne una scuola e vi insegnavano una trentina di gesuiti. Negli anni successivi, e malgrado svariate vicissitudini, il Collegio ottiene l’autorizzazione all’insegnamento per la scuola superiore.
Con la Prima Guerra Mondiale (1914-18) la scuola resta chiusa. Riprende nel 1919, ma nel maggio 1924 deve chiudere i battenti: a causa dei crocifissi affissi alla parete l’istituto viene accusato di essere una “scuola confessionale”. Nel frattempo a causa di tutte queste vicissitudini e della mancanza di mezzi di sussistenza, ad Adana è rimasto solo uno sparuto gruppo di gesuiti.
A seguito di minacce e torture subite dai padri rimasti, i gesuiti lasciano la chiesa nel 1968; la sua gestione viene affidata alla Nunziatura dei Cappuccini, che intesta la chiesa ad una persona di fiducia.
Inizialmente i Cappuccini vi facevano servizio domenicale pur restando a Mersin. Il primo ad occuparsi della chiesa fu p. Gregorio Simonelli eseguendo diverse riparazioni all’edificio. Dal 1986, p. Roberto Ferrari si adopera per costruire una piccola foresteria per i frati, con sala da pranzo e studio, sopra la tribuna della chiesa (poiché non c’era spazio per costruire altrove!), e un altare in marmo dentro la chiesa, dove prima si celebrava su un tavolo. A partire dal 7 Gennaio 1988 vi si stabilì definitivamente P. Vincenzo Succi, che vi rimase 9 anni, occupandosi non solo della ristrutturazione della chiesa, della vita della Parrocchia e del servizio alla Base Americana di Incirlik, ma anche delle lezioni serali di lingua Italiana (per due anni) e soprattutto si prese a cuore la sorte di numerosi handicappati, che grazie alla vicinanza dell’Ospedale del Dr. Ömer Sayar di Tarso riuscì a sottoporre a diversi interventi chirurgici.
Purtroppo molte persone che frequentavano regolarmente la chiesa vennero aggredite, picchiate e spesso anche ferite senza che p. Vincenzo riuscisse a fare intervenire le autorità… fino al giorno in cui per errore venne aggredito un Colonello dell’Areonautica, in servizio della Base di Adana. P. Vincenzo approfittò di questa occasione per redigere un minuzioso esposto di 14 pagine sulle diverse aggressioni che inviò in varie copie sia alle Autorità Turche che a quelle dei Consolati stranieri, riuscendo ad ottenere l’allontanamento degli aggressori.
Tuttavia non passò molto tempo prima che ricominciassero attacchi, diretti soprattutto a P. Vincenzo, con accuse infondate a tutto spiano sui giornali, a seguito delle quali alcuni farabutti diedero fuoco allo studio e alla biblioteca della Chiesa. Ancora, nel maggio del 1995, durante la cena, venne sparato dal giardino un colpo di pistola, che mancò il padre di pochi centimetri.
Nel 1996 si stabiliscono in una casa ad Adana le Suore “Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria” di Parma che si occupano del lavoro pastorale e dell’assistenza ai malati, sino alla partenza di p. Vincenzo lo stesso anno. Dal 1997 al 2001 presta servizio in parrocchia il salesiano padre Felice Morandi. Dal 2002 manca un parroco stabile e attualmente si trova ad Adana suor Antonia, con il compito di custodire la Chiesa, che è stata soprannominata “Bebekli Kilise”, ossia “chiesa col bambino, per via della statua della Madonna che vista da lontano sembra una bambina.
Sito: http://www.anadolukatolikkilisesi.org/adana/it/index.php#chiesa
Foto: un gruppo di nostri pellegrini sulla gradinata della Chiesa di Adana posa con un membro della comunità parrocchiale.