Viaggio in Etiopia 2016 con Alberto Elli
Alla scoperta delle tradizioni cattoliche dell'Etiopia
“Adesso, al ritorno, il viaggio a lungo fantasticato in quella terra bella e tormentata che è l’Etiopia, è diventato ricordo, vivo e ancora vicino. Ho temuto non saremmo partiti, a causa delle turbolenze politiche e sociali di cui, come al solito, siamo stati scarsamente e malamente informati dai nostri organi di stampa, sempre troppo disattenti alle realtà “altre e minori” oppure per motivi, magari, legati alla eventuale esiguita’ numerica del gruppo, dato – questo – che potrebbe far desistere un tour operator/cash and carry a organizzare un viaggio che invece – come molti viaggi un po’ fuori rotta – richiede un po’ impegno e un po’ di sincera passione proprio da parte di chi lo propone. Perciò, da subito, un riconoscimento a voi e certamente al prof. Elli, nostra guida attenta e competente, oltre che persona umanamente piacevole e alla mano.
Gruppo di 8 persone (una vera fortuna), pulmino offtrack spazioso e comodo per viaggi su strade bellissime in continuo saliscendi e spesso sterrate, autista abile e discreto (plauso), guida locale etiope importante nel mediare con la realta’ locale e nell’equilibrare comprensibili esigenze e piccoli imprevisti (se proprio non sempre, almeno molto spesso).
Dell’Etiopia dirò: va soltanto vista e possibilmente capita con un po’ di umiltà. Personalmente l’ho trovata straordinariamente bella e interessante, come tutti i territori in cui la vita ha un altro tempo, un altro senso, un altro codice lontano e tuttavia comune alle nostre radici e alla nostra cultura. E bella, bellissima la sua gente arcaica e aristocratica pur, molto spesso, nella povertà dignitosa di un aratro di legno in mezzo a spazi sconfinati di teff e di sorgo rosso, di mandrie libere di manzi e zebu, agnelli e asini assistiti da voli di falchi e avvoltoi. E intorno eucalipti, ginepri ed acacie.
Etiopi maratoneti, in marcia perenne nei campi, dai campi ai villaggi, dai villaggi alle città coi loro carichi di fascine di legna, uova, polli, asini, taniche d’acqua. Sempre in cammino, verso le chiese rupestri, verso la fede di Lalibela dalle meravigliose chiese tagliate nella roccia, avvolti negli shamma, in preghiera perenne. E i bambini, belli come il sole e ridenti, in stracci e che parlano inglese, perché vanno a scuola prima o dopo aver lavorato nei campi. Immagini, persone, luoghi, vite, paesaggi, chiese, santi che, pur senza un piede, hanno tuttavia con le loro onnipresenti immagini girato, anche loro, questa terra che un Dio ha scelto di illuminare con la sua continua presenza.
Non dimenticherò mai tutto questo. E neppure i compagni di viaggio stimolanti, divertenti, piacevoli e grandi viaggiatori, che hanno reso questa esperienza ancora più bella. Grazie a tutti, di cuore e nella speranza di ritrovare un viaggio, una guida, un gruppo, un abile autista e anche una guida locale (e un po’ partenopea) così.
P.S.: Non saprei cosa migliorare, del viaggio. Forse un po’ la parte delle culture precedenti la cristiana poiché sono stata molto colpita anche dal tempio di Yeha e sono appassionata di archeologia. E poi farei carte false per poter visitare lo Yemen ed è agli yemeniti che dobbiamo quel tempio maestoso.
Saluti e ancora grazie.”
Carla