Ritorno in Terra Santa dopo la pandemia
Racconto di un viaggio possibile
“Allora…come è andata ?”
È la domanda ricorrente che mi sono sentita fare al mio ritorno dalla Terra Santa in agosto.
E allora…me lo sono chiesta anche io, come è andata ?
Sono contenta di condividere con voi la mia esperienza proprio in questi giorni: è infatti notizia di questa settimana che Israele dal 19 settembre riaprirà i suoi confini all’Europa e agli italiani.
Sarà un’apertura parziale, l’ingresso al momento rimane riservato ai gruppi di persone vaccinate e ci saranno molte procedure da seguire, ma qualcosa inizia a muoversi: finalmente cominceranno a tornare i pellegrini, restituendo un volto e una voce ai luoghi santi rimasti praticamente “abbandonati” per quasi 19 mesi.
Infatti durante il nostro viaggio abbiamo incontrato solo tre piccoli gruppi di pellegrini e questo è stato il primo segno tangibile degli effetti della pandemia: solo Israeliani con scie di bambini trotterellavano per ogni dove, ospitali e sorpresi di ritrovarci!
Nei souk di Gerusalemme, Nazareth e Betlemme abbiamo visto più saracinesche abbassate di quanto sperassimo e mentre ripercorrevamo (finalmente!) le strade che i nostri piedi conoscono ancora così bene, la traccia degli odori e dei suoni tipici era risvegliata più dalla nostra memoria che dalle botteghe effettivamente aperte, dove quest’anno e mezzo passato in pandemia pesa come la polvere posata sui souvenir.
La vita delle città si è concentrata altrove, fuori dai santuari, dove i ristoranti, i negozi e gli alberghi hanno continuato a riempirsi di gente locale e la vita è continuata quasi senza interruzioni come nelle grandi metropoli.
Il sud di Israele, con il deserto del Neghev e il mare di Eilat, e la Galilea hanno continuato ad essere attraversati da vivaci e chiassosi gruppi di giovani e di famiglie locali, che esploravano ogni chilometro quadrato del loro paese affrontando coraggiosamente questa torrida estate.
Ma mancavano i pellegrini, e il tempo per le visite, che una volta non bastava mai, adesso era dilatato come in un film al rallentatore.
Da quando sono rientrata una forte nostalgia, per una terra che ha significato tanto per la mia vita e per la vita di tanti, continua a stringermi il cuore. Attraversandola ho incontrato alcuni nostri Padri Francescani che da più di 800 anni sono presenti in Terra Santa dove custodiscono i santuari della cristianità e oggi più che mai mantengono viva la speranza di ricominciare: ci salutano calorosamente benedicendo la nostra visita e chiedendoci di invitare i pellegrini a ritornare in Terra Santa e a non avere paura !
E questo è l’invito che vi trasmetto: la Terra Santa ci aspetta!
dott.ssa Gabriella Pizzi, direttrice di FrateSole
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